comprendo la tua amara ironia. Il fatto è che se tu semini fake news per cinquanta anni operando tramite affiliazioni e promozioni tribali, il risultato non può essere che questo.
Caro Giorgio, è dai tempi di Montale e Ungaretti che in Italia seminiamo fake news (veline redazionali). Se semini fake, raccogli fakebook. Però ricorda, uno dei maggiori statisti del XX secolo usava dire: <L'aratro traccia il solco, è la spada che lo difende>. Noi abbiamo la spada. Loro l'aratro: coltivino meglio i loro campi/orticelli.
Perché lei, critico letterario, si occupa raramente di letteratura?
Perché gran parte dell’attuale letteratura non è più un oggetto che abbia interesse critico, né gli studiosi che la leggono sono interessati a esprimere giudizi. Per questo la critica letteraria è in via di sparizione.
E noi artisti siamo contenti. Ci leggiamo tra noi! Ci recensiamo tra noi! Facciamo tutto tra noi! Finalmente abbiamo risolto il problema dell'io: facciamo tutto noi: scriviamo, ci cooptiamo in rivista, impaginiamo la rivista, la stampiamo e la vendiamo.
Perché, lei, accademico esperto di Law and Literature non si interessa alla letteratura moderna?
Perché scrivono tutti, scrivono tutti e tutti allo stesso modo, scrivono dieci libri all'anno, questa ipertrofia del mercato editoriale conduce l'accademia a non interessarsi dell'arte e della letteratura contemporanea e a rifugiarsi nella storiografia. Però noi non spariamo: spariamo ai mille e mille e mille scrittori mediocri che escono in cento e cento e cento case editrici mediocri e truffaldine, consapevoli che loro hanno sei mesi di scadenza e l'accademia sarà ancora viva tra trecento anni.
vi voglio rivelare un fatto. Nel 2000 pubblico con le edizini Croce il mio secondo libro di poesia: Paradiso e ne spedisco una copia a Franco Loi.
All’inizio del 2003 ricevo una lettera del poeta milanese in cui c’era scritto: “caro Linguaglossa, mi scuso per non averle risposto prima ma il volume era rimasto sepolto sotto una pila di libri che tengo in lettura nel mio studio, L’ho ritrovo due anni dopo e lo leggo. Devo dirLe che penso sia un capolavoro della poesia italiana del novecento. Con questo libro lei chiude il novecento, lo sigilla. In particolare reputo la parte centrale di notevole spessore.”
Io prendo la penna e un foglio di carta e gli scrivo: “gentile Franco Loi, la Sua lettera è stata per me una sorpresa e mi ha causato gioia. Sono profondamente grato per le sue parole. Condivido il suo parere, anche io considero la parte centrale del libro la più riuscita. Certo, avrei piacere se volesse scriverne una noticina per “Il Sole 24 ore”. Cordiali saluti.
Per informativa, la noticina non apparì mai sul “Sole”.
Purtroppo, come sai bene, ritengo categoricamente che la cultura italiana si sia trasferita dal salotto al cesso. Con la Grande Cessazione, nel misconosciuto passaggio tra il moderno e il tardomoderno. Però, insomma, almeno Arminio dovevano invitarlo: non sa scrivere nulla; in confronto dei nomi citati ha un brand, vari sponsor.
caro Ivan,
comprendo la tua amara ironia. Il fatto è che se tu semini fake news per cinquanta anni operando tramite affiliazioni e promozioni tribali, il risultato non può essere che questo.
Caro Giorgio, è dai tempi di Montale e Ungaretti che in Italia seminiamo fake news (veline redazionali). Se semini fake, raccogli fakebook. Però ricorda, uno dei maggiori statisti del XX secolo usava dire: <L'aratro traccia il solco, è la spada che lo difende>. Noi abbiamo la spada. Loro l'aratro: coltivino meglio i loro campi/orticelli.
Perché lei, critico letterario, si occupa raramente di letteratura?
Perché gran parte dell’attuale letteratura non è più un oggetto che abbia interesse critico, né gli studiosi che la leggono sono interessati a esprimere giudizi. Per questo la critica letteraria è in via di sparizione.
E noi artisti siamo contenti. Ci leggiamo tra noi! Ci recensiamo tra noi! Facciamo tutto tra noi! Finalmente abbiamo risolto il problema dell'io: facciamo tutto noi: scriviamo, ci cooptiamo in rivista, impaginiamo la rivista, la stampiamo e la vendiamo.
Perché, lei, accademico esperto di Law and Literature non si interessa alla letteratura moderna?
Perché scrivono tutti, scrivono tutti e tutti allo stesso modo, scrivono dieci libri all'anno, questa ipertrofia del mercato editoriale conduce l'accademia a non interessarsi dell'arte e della letteratura contemporanea e a rifugiarsi nella storiografia. Però noi non spariamo: spariamo ai mille e mille e mille scrittori mediocri che escono in cento e cento e cento case editrici mediocri e truffaldine, consapevoli che loro hanno sei mesi di scadenza e l'accademia sarà ancora viva tra trecento anni.
29 aprile 2025 alle 14:06 da lombradelleparole.wordpress.com
cari amici,
vi voglio rivelare un fatto. Nel 2000 pubblico con le edizini Croce il mio secondo libro di poesia: Paradiso e ne spedisco una copia a Franco Loi.
All’inizio del 2003 ricevo una lettera del poeta milanese in cui c’era scritto: “caro Linguaglossa, mi scuso per non averle risposto prima ma il volume era rimasto sepolto sotto una pila di libri che tengo in lettura nel mio studio, L’ho ritrovo due anni dopo e lo leggo. Devo dirLe che penso sia un capolavoro della poesia italiana del novecento. Con questo libro lei chiude il novecento, lo sigilla. In particolare reputo la parte centrale di notevole spessore.”
Io prendo la penna e un foglio di carta e gli scrivo: “gentile Franco Loi, la Sua lettera è stata per me una sorpresa e mi ha causato gioia. Sono profondamente grato per le sue parole. Condivido il suo parere, anche io considero la parte centrale del libro la più riuscita. Certo, avrei piacere se volesse scriverne una noticina per “Il Sole 24 ore”. Cordiali saluti.
Per informativa, la noticina non apparì mai sul “Sole”.
(Giorgio Linguaglossa)
Purtroppo, come sai bene, ritengo categoricamente che la cultura italiana si sia trasferita dal salotto al cesso. Con la Grande Cessazione, nel misconosciuto passaggio tra il moderno e il tardomoderno. Però, insomma, almeno Arminio dovevano invitarlo: non sa scrivere nulla; in confronto dei nomi citati ha un brand, vari sponsor.