Il quotidiano “Domani” ha organizzato un appuntamento con la cultura italiana sabato 10 e domenica 11 maggio al Teatro Franco Parenti, Sala Testori – ingresso da Via Carlo Botta, 18 Milano
(Marie Laure Colasson, ricochet, 30x30, acrilico, 2025)
Il quotidiano “Domani” ha organizzato un appuntamento con la cultura italiana sabato 10 e domenica 11 maggio al Teatro Franco Parenti, Sala Testori – ingresso da Via Carlo Botta, 18, Milano
Scrive nella locandina:
«Parleremo di letteratura, arte, cinema e musica. Si tratterà di un viaggio intorno ai grandi temi della cultura contemporanea, e quindi conversazioni, confronti e “duelli” sul bianco-o-nero che ci accompagna ogni giorno.
Tra gli ospiti: Beppe Sala, Luca Guadagnino, Valeria Solarino, Massimiliano. L’unica assente è la poesia italiana, non è stato proprio previsto alcun rappresentante della poesia italiana.»
Una volta di più, questa è la prova che la poesia è uscita dal salotto della cultura italiana, non è più considerata una attività culturale.
La conclusione che ne traggo è: Se vuoi fare poesia in Italia, non resta che affidarti allo Spirito Santo.
(Giorgio Linguaglossa)
caro Ivan,
comprendo la tua amara ironia. Il fatto è che se tu semini fake news per cinquanta anni operando tramite affiliazioni e promozioni tribali, il risultato non può essere che questo.
29 aprile 2025 alle 14:06 da lombradelleparole.wordpress.com
cari amici,
vi voglio rivelare un fatto. Nel 2000 pubblico con le edizini Croce il mio secondo libro di poesia: Paradiso e ne spedisco una copia a Franco Loi.
All’inizio del 2003 ricevo una lettera del poeta milanese in cui c’era scritto: “caro Linguaglossa, mi scuso per non averle risposto prima ma il volume era rimasto sepolto sotto una pila di libri che tengo in lettura nel mio studio, L’ho ritrovo due anni dopo e lo leggo. Devo dirLe che penso sia un capolavoro della poesia italiana del novecento. Con questo libro lei chiude il novecento, lo sigilla. In particolare reputo la parte centrale di notevole spessore.”
Io prendo la penna e un foglio di carta e gli scrivo: “gentile Franco Loi, la Sua lettera è stata per me una sorpresa e mi ha causato gioia. Sono profondamente grato per le sue parole. Condivido il suo parere, anche io considero la parte centrale del libro la più riuscita. Certo, avrei piacere se volesse scriverne una noticina per “Il Sole 24 ore”. Cordiali saluti.
Per informativa, la noticina non apparì mai sul “Sole”.
(Giorgio Linguaglossa)