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Lucio Mayoor Tosi's avatar

Anni fa partecipai a una mostra collettiva che aveva per tema le carceri (ero stato a San Vittore, una notte, per un disguido, diciamo così, mi sentivo parecchio arrabbiato, mortificato. Nel lavoro che presentai raccontavo azioni di recupero, specie dalla povertà, prospettando piccole esperienza di piacere e bellezza. A visitare la mostra venne l'allora direttore delle carceri lombarde, se non ricordo male, che osservò il mio lavoro con attenzione poi disse: be', ma così facendo il carcere diventa un posto desiderabile, mentre la vita in carcere deve essere qualitativamente al di sotto del livello minimo della privazione... Non ci fu discussione, era un uomo potente, di poche parole. Io però la penso come allora, fino a che punto siamo individualmente responsabili dei nostri "errori"?

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