Il mondo delle parole capovolto, Una poesia di Francesco Paolo Intini, le parole spettacolarizzate si sono capovolte e ribaltate nel loro contrario: che cosa significa nella frase «Gli squali vendette
Francesco Paolo IntiniPIZZINI
I
Potente, che vuol dire?
Che orecchiette e rape tengono banco in Europa.
L’idea non è nuova anzi!
Sembra che ruoti intorno al Sole
e da Marte si distingua per le faccette
di acido solforico
Pane e cipolla per esempio.
Quante foglie annovera la cipolla del Sud?
Il trionfo dei piatti poveri del mediterraneo
Su wurstel, maionese e ketchup a colazione
E impotente, allora?
È ben noto alla gazzella che la carne povera di colesterolo
porta guai a chi la indossa
A che altro affidarsi se non alle leggi della probabilità?
Anche se non hanno artigli per strapparla dal poderoso rettile,
rassicurano i grossi numeri che contano sui coccodrilli.
E mentre il poveretto s’invola verso il Paradiso
sullo spicchio di cipolla naufraga Ulisse.
II
Il ritorno di Ulisse fu funestato da eventi catastrofici
Su uno spicchio di cipolle, stretto a tappi di birra
A tu per tu con residui di Mendelevio
si era giocato il regno per un assist di Maradona
Gli squali vendettero le Ferrari
e si accontentarono di vestire l’alloro dei poeti
come bounty killer di professione- i kalashnikov
avvolti nei poemi dei ricercati-
Nessuno che ricordasse le madonnine disegnate sull’asfalto
Il serpente delle tentazioni nello zaino
E la campagna acquisti per il campionato d’oltremare.
Le pupille sapevano di Terra del Fuoco
Tra le ciglia il passaggio da un oceano all’altro
Tutti pronti a sacrificare Magellano
All’albero del passato.
Le pillole sono ancelle misericordiose
sostengono la vecchiaia come le mura del Partenone
Le pillole uscirono dai blister per mettersi a servizio
Senza il Litio però il carbonato diede in escandescenze
perchè il pollo aveva sparato un missile al gallo.
Bisognava che qualcuno gli radesse la barba
Perché non aveva memoria di fanciullezza
ma aveva ben chiaro come entrare
nella questione invaso-invasore.
III
E in effetti non trovi niente da leggere
nemmeno il giornale di bordo di un pescatore di cefali.
Qui nel porto il ghiaccio si è portato via le tracce di vita
e devo ripristinarle con disegni di delfini
cormorani e persino barattoli di birra effervescente
che poggio sui pontili sfidando i venti di tramontana.
E di volta in volta mi tocca festeggiare una ricorrenza
Inventandomi qualcosa del tempo che promuoveva la fanciullezza a esempio per la vecchiaia.
Ma chi l’avrebbe detto che tutto si sarebbe svolto in una cella frigorifero
Di un pianeta disarticolato dall’ endecasillabo dei cieli perfetti
tra burro di orso e conserve di licheni?
Ora che dai miasmi di un iceberg contro un altro emerge una guerra
Di colombi, api, cucine a microonde, pomodori
e la domanda di estinzione prevale su quella della rivoluzione
bisogna che si attivi il bostik
Rimettere i pezzi a posto non è difficile:
Suola, tomaia piede e dunque ricostruire David
Così al più potente si dà la giusta misura
E al tombino di blatte tigre la sua regina.
Glossa di Giorgio Linguaglossa
«Lo spettacolo è il momento in cui la merce è pervenuta all’occupazione totale della vita sociale», scrive Guy Debord. Ciò significa ed implica che un mondo completamente spettacolarizzato è un mondo capovolto (9- Dans le monde réellement renversé, le vrai est un moment du faux), un mondo all’incontrario diventa il vero mondo. Il kitchen è il prodotto di questo mondo capovolto e spettacolarizzato, le parole sono diventate «pizzini». Ecco la ragione che giustifica il capovolgimento delle parole della poetry kitchen. Se leggiamo certi frasari di Francesco Paolo Intini, non capiamo bene se ci sia un filo conduttore nella sregolatezza del vocabolario e della costruzione delle frasi che, a prima vista, sembrano ottenere il plauso della buona costruzione sintattica, ma che, alla seconda e terza, quarta etc. lettura ci accorgiamo di come l’autore di siffatto organismo di parole non segua nessun filo conduttore. E dobbiamo prendere atto che il filo conduttore non esiste. Detto questo, ci rendiamo conto come e quanto questo «capovolgimento» sia già avvenuto, le parole spettacolarizzate si sono capovolte e ribaltate nel loro contrario: che cosa significa nella frase «Gli squali vendettero le Ferrari»? Assolutamente niente. Significa e implica che il mondo delle parole non soltanto si è capovolto ma è anche deragliato. «Centrocampista, cursore, goleador, libero, rifinitore». Sono parole di Gianni Brera. «Oggi il calcio invece parla il “covercianese”, una neolingua coniata da tecnici in odore di apostasia. Arrivano così sottopunta, bosco, densità e braccetti. E gli immancabili inglesismi: hat-trick, clean sheet, box-to-box. È come passare dalla Bauhaus all’Ikea», scrive il giornalista Marco Ciriello. Oggi, invece, la poesia elegiaca rinnovata con delle iniezioni di prossimità, sembra rimasta all’epoca del falegname di Pinocchio, parla un linguaggio che non c’è più da tempo immemorabile.
II
Il ritorno di Ulisse fu funestato da eventi catastrofici
Su uno spicchio di cipolle, stretto a tappi di birra
A tu per tu con residui di Mendelevio
si era giocato il regno per un assist di Maradona
Gli squali vendettero le Ferrari
e si accontentarono di vestire l’alloro dei poeti
come bounty killer di professione – i kalashnikov
avvolti nei poemi dei ricercati –
È evidente che qui siamo davanti alla spettacolarizzazione capovolta delle parole che si offrono al lettore (anch’esso capovolto). A questo punto è il lettore che viene posto, consapevolmente, dinanzi al dilemma: E questa cosa qui che cos’è? Sono io stesso capovolto come accade alle parole messe qui sulla carta? O sono soltanto parole di una persona uscita di senno? Di qui il rigetto verso questa potenza (capovolta) che ha prodotto il ri/capovolgimento, la negazione, il respingimento (comprensibile) di questa potenza capovolta.